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POSTURA ARMONICA

POSTURA ARMONICA

Si definisce quel complesso di posizioni statiche o motorie che si esprimono con un buon allineamento dei vari settori corporei ed un ottimale / armonico svolgimento delle attività motorie realizzando così il massimo del benessere, dell’equilibrio psicofisico, del rendimento e risparmio energetico del soggetto. Possiamo paragonare il nostro assetto posturale armonico ad una simmetrica regolazione delle tensioni dei cordami intorno all’albero della barca (strutture vertebrali e scheletriche in statica) che consente sia una posizione corretta e allineata all’albero stesso sia una sua ottimale risposta alle sollecitazioni meccaniche che possono derivare dalle forze ad esso applicate (il vento sulla vela, le attività motorie e sportive nel soggetto umano). In tutte le età ma particolarmente ni quella evolutiva scolastica e adolescenziale dobbiamo tenere sotto controllo questo albero scheletrico-vertebrale in via di accrescimento staturale per assicurarsi che lo sviluppo dei sistemi tensionali (muscoli e fasce) sia armonico con quello delle strutture ossee e scheletriche in via di sviluppo. Va quindi considerato che questa complessa e perfezionata macchina tensionale neuromuscolare e biomeccanica del nostro “albero corporeo” trasforma il nostro sistema corporeo in un tutt’uno funzionale inscindibile in cui ogni sua parte, dall’estremità della testa sino alla punta dei piedi, risulta intimamente correlata in maniera che qualsiasi squilibrio partente da un qualunque distretto ha ripercussioni in adattamento e compenso su tutti gli altri anelli della catena tensionale. Se infatti ad esempio si altera la posizione della mandibola per mal occlusione dentale o quella dei piedi per scorretto appoggio plantare o quella della testa o del bacino per posizioni o curvature anomale si modifica in compenso tutto l’insieme dell’assetto della catena tensiva posturale determinando squilibri di posizione di tutto il corpo e alla lunga dolori miofasciali a svariati livelli.

IL PIEDE NEL CICLISMO

IL PIEDE NEL CICLISMO

Il piede per l’atleta ricopre alcune funzioni molto importanti: trasmettere la forza al pedale nella fase di spinta, informare il cervello delle sollecitazioni a cui è sottoposto e quindi garantire una stabilizzazione delle articolazioni durante il gesto motorio. Tutto questo avviene grazie alla complessa struttura di ossa tendini e legamenti di cui è provvisto. In particolare nel ciclismo la spinta si concentra solamente nella parte anteriore (teste metatarsali e parte dell'alluce) del piede, una superficie assai ridotta quindi; a ciò è spesso dovuta l’insorgenza di patologie o dolori a carico delle strutture anatomiche interessate (metatarsalgie) che talvolta vedono, se durature nel tempo, il coinvolgimento dei rami nervosi che decorrono in quelle zone (Neuroma di Morton).

L’IMPORTANZA DELLA PREPARAZIONE ATLETICA

L’IMPORTANZA DELLA PREPARAZIONE ATLETICA

Avviandosi al termine di una stagione è naturale che si inizi a pensare alla successiva evitando di commettere gli errori che ci hanno condizionato nell’esprimere al meglio la nostra prestazione. Ebbene in questo processo sono pochissimi gli atleti e gli appassionati che si preoccupano di impostare un buon programma di atletizzazione. Il ciclismo, con buona pace di tutti, non è uno sport completo o almeno non lo è nel senso di uno sport che stimola in egual maniera tutti i distretti muscolari del nostro corpo. Ci sono distretti muscolari come gli arti inferiori che vengono sollecitati dinamicamente ed altri come schiena e braccia che vengono sollecitati staticamente. Poiché si creano grandi squilibri tra i distretti stimolati dinamicamente e quelli invece stimolati staticamente è fondamentale nel passaggio tra una stagione e l’altra provvedere a riequilibrare la prestazione di tutti i distretti. Questo significa sì potenziare ma anche e soprattutto elasticizzare quelle parti del nostro corpo che per postura o per gesto sportivo sono sollecitate in modo statico durante tutta la stagione. Per un ciclista due esempi riguardano la fascia lombare (sollecitata orizzontalmente) e la fascia dorsale (tipicamente iper-estesa). Porre rimedio a queste problematiche tra una stagione e l’altra non solo permette di incorrere meno frequentemente in infortuni ma anche di esprimere molto meglio le proprie prestazioni.

POSTURA ED EQUILIBRIO FISICO

POSTURA ED EQUILIBRIO FISICO

Ad ogni età ma in particolar modo in quella scolastico/adolescenziale in cui si realizza l’accrescimento staturale del corpo è di fondamentale importanza, ai fini di un armonico sviluppo delle strutture ossee, muscolari e fasciali, il controllo della POSTURA inteso come lavoro di controllo, prevenzione e rimozione degli atteggiamenti viziati del soggetto ed il mantenimento o il recupero dell’assetto corretto delle varie parti del corpo sia nelle posizioni statiche che nelle condizioni di movimento. Per Postura si intende la posizione, in condizioni statiche o di movimento, che assume il corpo in risposta all’ambiente che lo circonda e che è frutto di un complesso meccanismo di reazioni di centri nervosi e di strutture biomeccaniche deputate al mantenimento dell’equilibrio gravitario (sistema visivo, sistema vestibolare, sistema muscolare, viscerale, neuropsichico, stomatognatico, podalico, uditivo e strutture ossee-articolari). La Postura corporea permette la posizione eretta e il movimento di un sistema scheletrico fatto di vertebre e altre strutture ossee che se non unite da fasce e muscoli collasserebbero disordinatamente per terra ed è paragonabile alle tenso-strutture ovvero a quei sistemi che pur essendo fragili e leggeri risultano stabili e resistenti grazie alle forze tensive ad essi applicate (Tensegrety) da parte di alcune delle loro componenti: ne sono esempi i raggi per le ruote delle biciclette, i tralicci metallici per i ponti e le corde in tensione fissate alla barca e collegate agli alberi delle vele che pur flessibili e frangibili diventano stabili e robusti adatti a resistere al vento forte grazie alle forze applicate attorno ad essi.


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